Spesso, quando si parla di luce “flash”, mi sento rispondere “Ah, ma io amo la luce naturale, quella del flash è brutta..“.
A una affermazione del genere generalmente capovolgo gli occhi tipo esorcista per poi, amichevolmente, rispondere con un elenco di situazioni in cui la luce artificiale è indispensabile o, anche in presenza di sufficiente luce ambiente, questa dia “quel qualcosa in più” dal punto di vista visivo (ma qui entrano in ballo i gusti personali, con tutto quel che ne consegue). Molto spesso poi, chi fa una affermazione del genere, non sa minimamente usare un flash…. e rispondere che la luce “naturale” è migliore e la soluzione più facile per giustificare una carenza tecnica.
“Gaia”, servizio per il negozio Arthur Davies di Trieste e TriesteAllNews.it . MUA: Lidia Lanci.
Vediamo alcune situazioni in cui l’utilizzo di un flash può fare “la differenza” :
Abbiamo un elenco di partenza, di varie casistiche, che ci portano a fare dei ragionamenti tecnici molto diversi. Se ho poca luce ambiente e non voglio lavorare a millemila ISO l’utilità del flash è evidente: mi serve luce e la funzione del flash è quella di emettere un lampo di luce. Sono i casi in cui non si ha scelta, a meno di non voler portare a casa foto molto spesso inutilizzabili.
In certe situazioni, invece, la luce ambiente c’è, ma voglio cmq utilizzare uno o più flash per creare un atmosfera diversa da quella presente “nella realtà”.
“Sonia & Eva”, backstage. GODOX AD200 con kit.
Lo studio fotografico rappresenta la situazione “naturale” nell’utilizzo della luce artificiale.
Ora, grazie alla presenza di flash sempre più potenti funzionanti a batteria (anche di 600W) è possibile portare “lo studio fuori dallo studio“.. con tutti i diffusori e accessori di cui abbiamo bisogno (softbox, ombrelli, gelatine, parabole…). Lo studio fotografico rappresenta la situazione più comoda, in cui possiamo gestire tutto, senza essere soggetti (di solito, almeno..) all’influenza di agenti esterni.
Non immaginiamoci però la fotografia in studio come qualcosa di limitato al classico “fondale bianco”.. si può fare molto di più..
“Herodiade”, ritratto ambientato in studio.
“Eva”, ritratto in studio.
Nel caso di controluce, se non vogliamo avere una silhouette, un colpo di flash bilanciato bene ci permetterà di avere illuminati sia il soggetto che lo sfondo, cosa impossibile senza l’ausilio di una luce artificiale. Sta a noi decidere quanto sarà “naturale” l’immagine che nascerà, regolando la potenza della luce emessa del flash in modo da avere più o meno distacco del soggetto rispetto alla scena.
“Evelyn”, situazione di contoluce. OCF. AD200 + sofbox.
Se non c’è luce, ci serve una sorgente luminosa per illuminare il soggetto della nostra immagine: poco da fare in questo caso! Uno speedlight, montato sulla nostra fotocamera o messo off-camera (con l’aiuto di un assistente o di uno stativo) ci risulterà fondamentale. Se vogliamo contestualizzare la foto (come nella foto sottostante con Silvia) dovremmo per forza usare ISO alti.
“Silvia”, un flash con softobx tenuto da un assistente per questo ritratto ambientato. ISO 1600. MUA Valentina Petris
“Lara”, due flash per questo ritratto in notturna. Uno posteriore, “di accento”, sui capelli e uno frontale. MUA: Lidia Lanci
Se vogliamo fotografare dei soggetti all’esterno dovremmo tener conto necessariamente anche della luce ambiente e di come vorremo che questa “pesi” nella nostra immagine finale.
Possiamo decidere di staccare completamente il soggetto dallo sfondo, rendendo palese l’utilizzo di un flash, o, al contrario, di cercare di creare una illuminazione che non crei un contrasto particolarmente forte tra soggetto e sfondo.
Una tecnica che amo particolarmente è l’HSS (High Speed Sync), che ci permette di utilizzare tempi di otturazione ben più veloci del classico 1/125 o 1/250 di secondo. In modalità HSS (se macchina e flash la supportano) è possibile scattare fino a 1/8000. Questo ci permette di utilizzare diaframmi aperti (per sfocare lo sfondo) e tempi di scatto molto veloci, pur usando la luce flash.
“Gaia” . Shooting per Arthur Davies. MUA: LIdia Lanci
“Silvia”. Shooting per POSH Udine. MUA: Valentina Petris
La portabilità dei flash speedlight ci permette di lavorare comodamente anche ambienti indoor diversi dallo studio fotografico: locali pubblici, stanze di hotel ecc…. Sta a noi decidere, regolando l’esposizione, come regolare il rapporto tra la luce ambiente e la luce artificiale.
E’ possibile far partire il lampo del flash in due momenti: quando la tendina inizia a aprirsi o quando questa si chiude. Possiamo usare dei tempi lenti, per catturare la luce ambientale, e illuminare il nostro soggetto con un colpo di flash. E’ una tecnica che si usa molto nella fotografia di eventi, per dare la sensazione del movimento.